giovedì 18 giugno 2009

BULLDOZER-NEURODELIRI


TITOLO:NEURODELIRI
AUTORE:BULLDOZER
ANNO:1988
GENERE:THRASH METAL
RECENSORE:SENTENCEDSOUL
SITO:www.myspace.com/bulldozerit



VOTO:9/10

Tracklist:
1 Overture/Neurodeliri
2 Minkions
3 We Are…italian
4 Art Of Deception
5 Ilona Has Been Elected
6 Impotence
7 Mors Tua Vita Mea
8 Willlful Death/ You’ll Be Recalled

Il countdown è cominciato già da un pezzo.
Dal momento in cui Andy Panigada e AC Wild hanno annunciato la reunion, l’Italia metallara non aspetta altro che il nuovo capitolo di una leggenda nostrana chiamata BULLDOZER.
In attesa che arrivi la fatidica data di uscita dell’agognato “Unexpected Fate” facciamo un passo indietro al 1988, anno in cui risale l’ultimo studio album, intitolato “Neurodeliri”; successivamente il gruppo registrò il live-album “Alive in Poland”e un EP di scarso successo “Dance got sick”, per poi sciogliersi sul finire del 1990 causa partenza per gli Usa del batterista Klister.
Al quarto album i Bulldozer ci arrivano con la consapevolezza dei big, i precedenti “The day of wrath”, “The Final Separation” e soprattutto l’ottimo “IX” hanno lanciato il gruppo nell’Olimpo del metal tricolore, ma il meglio deve ancora arrivare; “Neurodeliri” è infatti considerato l’album più significativo del terzetto milanese, una perfetta sintesi dei lavori precedenti, in poche parole fu il miglior modo per congedarsi dai propri fans.
Il 1988 è anche un anno tragico per i Bulldozer: Dario Carria, ex bassista e fondatore della band si suicida, ed è infatti alla sua memoria che viene dato alla luce l’album, intitolato appunto “Neurodeliri”come il nome della band da lui creata.
La morte dell’amico Dario influenza notevolmente tutto il lavoro, sia nei testi che nella musica, come traspare già dalle note iniziali del disco.. un’aria funebre di tastiera introduce la titletrack, che racchiude nei chorus la commozione per il suo triste destino:


“Filled by desperation
another fallen angel’s suicide
(...)
Persecuted by misfortune
Sad but proud till the end”


Con la successiva “Minkions” si cambia totalmente registro. Un thrash schietto e veloce fa da sfondo all’invettiva contro le bands di minchioni ( tanto attuali ancora adesso!) fredde e costruite ad arte per fare breccia nei cuori di altrettanto minchioni fans.
La fulminante chitarra di Andy dà il via a “We are italian”, Rob lo incalza pestando di brutto, AC Wild stavolta si scaglia contro i tanti detrattori del nostro bel paese, il chiaro messaggio che si evince dal testo è che noi siamo italiani… e se voi non lo siete son cazzi vostri! Facile pensare che questo implicito “fanculo” sia diretto anche alle varie riviste estere che hanno sempre mostrato un po’ di ostracismo nei loro confronti, forse anche per il fatto di essere italiani.
“Art of deception” segue lo schema thrash della traccia precedente, ritmo incessante e headbanging continuo fino alla parte finale in cui il pezzo si snoda in un vero e proprio duello tra la chitarra di Andy e le tastiere AC Wild, difficile stabilire chi dei due sia il vincitore, una cosa però è certa, come già per Minchions il testo di questo pezzo suona dannatamente attuale.. è facile infatti ravvisare un riferimento alla classe politica del tempo, che fa il buono e il cattivo tempo, con la gente costretta ad accettare le sue menzogne.
Il successivo “Ilona had been elected” è sicuramente uno dei pezzi “cult” dell’album ( insieme al già citato “Minkions”) con la loro classica ironia i Bulldozer affrontano uno degli “scandali” del periodo ovvero l’elezione al parlamento italiano di Ilona Staller, che come per la “Bocca di rosa” di De Andrè, deve difendersi dalle accuse (ipocrite) che le piovvero addosso... qui il pezzo parte con un arpeggio breve che viene però subito disintegrato da un riff potente e blackeggiante, il quale poi si muta in maniera più groove quando subentrano le tastiere, la batteria in questo frangente diventa martellante, difficile tenere a freno la testa!
Si continua poi con un attacco nuovamente di matrice black, la batteria è il solito treno in corsa, arriva “Impotence”, magnifica nella sua irriverenza, inclemente nel descrivere il complesso sessuale più temuto da noi uomini:

“ Failed stallion you are lost
your pride and your good fame
she won, then she said
You are MEZZA SEGA! “


Semplicemente geniale!
Manca ancora qualche pezzo alla fine del disco, ma al momento in cui scrivo un’amara riflessione mi sorge spontanea: è un peccato che una band del calibro dei Bulldozer non abbia mantenuto il successo meritato, rimanendo sempre relegata allo scomodo ruolo di band “di culto” ( destino comune toccato ad esempio ai siciliani “Schizo”) vedendosi magari sorpassare da band meno capaci ma più “commerciali”... dura legge del mercato… purtroppo!
Tornando a noi il penultimo pezzo si chiama “Mors tua vita mea” , pezzo tiratissimo che parte a mille, e mantiene potenza e brutalità fino alla fine con un assolo scintillante di Andy, evidenziato da stop and go che ne impreziosiscono l’ascolto.
Nella conclusiva “Willful death” ritorna il riferimento a Dario Carria, le note delle tastiere scandiscono lente l’incedere triste e cadenzato del pezzo, in cui Ac Wild si rivolge direttamente all’amico:

“You gave the name to the band
and now we play for you
Maybe you won’t listen
The song dedicated to (you)
But the most important fact
Is that your spirit lives
I know there was nothing to do
That’s why we will respect you”


L’emozionante assolo di Andy spezza in due la canzone, la seconda parte è più tipicamente Bulldozer-style, la voce di Ac Wild torna grintosa e chitarra e batteria ridiventano infuocate..fino alla fine, cedendo il passo solo alla ghost-track “You’ll be recalled” in cui risuonano le note riprese dall’iniziale “Neurodeliri”, facendo sì che l’album si chiuda così come era iniziato.
Come per gli Ac/Dc di “Back in Black” che dedicarono il loro masterpiece al compianto Bon Scott, così i Bulldozer omaggiano come meglio non potevano l’amico suicida.
Disco consigliatissimo a tutti coloro che vogliono saperne di più riguardo questa grande band, che tanto ha dato alla scena italiana, ora non ci resta che pazientare ancora un po’ per attendere la nuova fatica targata “Bulldozer”.
Chiudo la recensione con la dedica contenuta nel booklet:

“ This album is dedicated to Dario Carria, founding member of Bulldozer who committed suicide this year. The title of this album, Neurodeliri, is named for the band he created after his involvement in Bulldozer. His contribution to our music has been very important and great.
We respect his final choice”

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